Cambia categoria
dieta chetogenica dieta chetogenica e patologie
Penta
30.01.2023

Ovaio policistico: dieta per ritrovare il benessere

L’ovaio policistico accomuna molte donne e può accompagnarsi alla PCOS, sindrome dell’ovaio policistico. Si tratta di una patologia ginecologica-ormonale che colpisce il 5-10% delle donne e che rappresenta la principale causa di infertilità nel periodo riproduttivo.

Ovaio policistico: dietoterapia come strategia per contrastare la PCOS

Come si cura l’ovaio policistico? Come sempre, oltre al percorso clinico che è fondamentale, scegliere una dieta sana e condurre una vita non sedentaria è fondamentale. Infatti, la PCOS è caratterizzata da uno sbilanciamento endocrino causato principalmente dalla secrezione elevata di insulina (iperinsulinemia).
Come sappiamo, l’insulina è un ormone fortemente dipendente dalle abitudini alimentari: per questo scegliere la dieta giusta per la sindrome dell’ovaio policistico può rivelarsi molto importante.

Dieta chetogenica: oltre la perdita di peso. Scarica l'ebook!

 

Sintomi e cause dell’ovaio policistico

La PCOS solitamente si presenta con i seguenti sintomi:

  • Irregolarità del ciclo mestruale;
  • Dolore pelvico;
  • Infertilità;
  • Aumento di peso;
  • Acne;
  • Crescita di peli in eccesso su ventre, cosce, petto e viso.

La sindrome dell’ovaio policistico è spesso causa di problemi metabolici e di infertilità. Molte delle donne che ne sono affette si devono confrontare con sovrappeso, insulino resistenza, ipertensione e dislipidemie. Non è quindi difficile immaginare quanto diventi cruciale in questo quadro scegliere un corretto stile alimentare, che sia in grado di tenere sotto controllo calorie e zuccheri.


Insulino resistenza e ovaio policistico

Dal punto di vista della forma, le donne con PCOS tendono ad accumulare grasso con una conformazione androide, quindi un accumulo di adipe a livello addominale. Questa conformazione è la conseguenza di un assetto metabolico alterato con una tipica iperinsulinemia associata solitamente ad insulino-resistenza.

L’iperinsulinemia non comporta esclusivamente l’aumento del grasso, stimola anche una risposta ovarica anormale che col passare del tempo porta alla genesi dei sopracitati problemi ormonali.

 

Ovaio policistico? Scegli una dieta a basso carico glicemico

Iniziamo col dire che in caso di PCOS i farmaci vengono utilizzati unicamente a scopo palliativo. Numerosi studi scientifici hanno dimostrato che scegliere una corretta dieta per la PCOS e svolgere attività fisica possono aiutare a ristabilire un equilibrio endocrino. 

Nello specifico, una dieta per la sindrome dell’ovaio policistico deve avere basso indice glicemico e soprattutto basso carico glicemico. Questo approccio è efficace in quanto solo questo tipo di alimentazione può aiutare ad affrontare l’iperinsulinemia. 

Partiamo col sancire una differenza tra indice glicemico e carico glicemico:

  • L’indice glicemico è un valore che indica la velocità con cui gli zuccheri presenti in un determinato alimento si riversano nel sangue;
  • Il carico glicemico rapporta questo valore alla quantità di alimento che viene assunto.

Dieta per ovaio policistico

La dieta per la sindrome dell’ovaio policistico deve prevedere una limitazione nel quantitativo di carboidrati, un’attenta selezione di questi ultimi ed una limitazione dei latticini. 
Sono da privilegiare alimenti come pesce, carne e uova. Sono invece da evitare il più possibile insaccati, formaggi grassi, besciamella, merendine, frutta sciroppata e bibite gassate.

 

Dieta chetogenica e ovaio policistico: perché sceglierla

La dieta chetogenica non è una ideale solo per trattare l’obesità: garantisce numerosi altri benefici alla salute. Infatti, può influire positivamente sull'insulino resistenza e aiutare l'organismo a contrastare l’infiammazione sistemica e lo stress ossidativo. Affrontare la PCOS significa affrontare l’iperinsulinemia che caratterizza questa sindrome: il basso carico glicemico di ciascun pasto consente di frenare l’immissione di zuccheri e di insulina nel sangue, che si riflette in un possibile miglioramento dei valori connessi alla sindrome.
In altre parole, possiamo definire la chetogenica la dieta perfetta in presenza di PCOS in quanto permette di ridurre peso e insulina basale. Perdere peso in questo quadro vuol dire stimolare l’ovulazione e contribuire a migliorare la funzione ovarica. Ma, come sempre, per ottenere risultati performanti è fondamentale affrontare la dieta nel modo corretto: si consiglia di evitare i classici fai-da-te e affidarsi alla supervisione di un professionista della nutrizione.

 

Dieta chetogenica per ovaio policistico e altre patologie: vantaggi

Perché preferire la dieta chetogenica VLCKD ad altri regimi alimentari?

  1. Perdita di peso, che è alla base del successo e del cambiamento di molti pazienti;
  2. Miglioramento del microbiota intestinale, così come dimostrato da molti studi che individuano proprio nella chetosi uno strumento di miglioramento per la salute intestinale;
  3. Diminuzione del senso di fame, perché i corpi chetonici nella loro formazione contribuiscono ad accrescere il senso di sazietà;
  4. Perdita della massa grassa: nella dieta chetogenica la perdita di massa grassa è superiore rispetto a quella magra. Questo grazie ai corpi chetonici;
  5. Protezione della massa muscolare, grazie all’apporto ottimale di proteine;
  6. Azione anti-infiammatoria: l’elemento chiave ha a che fare con l’assunzione degli zuccheri e dei carboidrati, che pare siano dei mediatori infiammatori e possano peggiorare le patologie croniche di natura infiammatoria;
  7. Equilibrio del microbiota intestinale: la pandemia da Covid-19 ha rivelato ancor più interessante la capacità della dieta chetogenica di coadiuvare l’equilibrio del microbiota intestinale e renderlo più idoneo a collaborare con il sistema immunitario nel respingere le infezioni che si presentano;
  8. Controllo dell’insulina: l'insulina è un ormone essenziale per il nostro organismo, poiché consente agli zuccheri di entrare nelle cellule ed essere utilizzati per produrre l’energia. Il problema si palesa quando viene prodotta troppa insulina, come avviene nel caso dell’assunzione di zuccheri. Infatti, dopo un picco, sia la glicemia, sia l’insulina si abbassano bruscamente creando nel cervello un meccanismo di crisi che crea il senso di fame improvvisa. Di conseguenza, per avvertire meno il senso di fame, esiste una sola strada: limitare o eliminare gli zuccheri e i carboidrati